Due impianti sciistici per l'oltresommo
Pochi lo sanno o quasi nessuno ricorda, son passati molti anni ma ci piace ricordare e condividere attraverso le lettere dell'epoca, il tempo in cui nostro nonno Ezio aveva avviato le pratiche per la realizzazione di due impianti sciistici nella zona Ortesino, dove suo cugino aveva da poco costruito l'omonimo Albergo Ortesino, tutt'ora attivo con un'eccellente pizzeria che consigliamo caldamente ai lettori.
Questi due impianti e relative piste avevano nome Sebastian e Sayonara, si trovavano grossomodo nella stessa zona dove oggi sorge la seggiovia Ortesino e, secondo i promotori, sarebbero stati utili a tutto l'oltresommo dopo la sfortunata chiusura della seggiovia di Carbonare e della sua splendida pista.
Oltre agli attori coinvolti, poche persone hanno letto i documenti che seguono e che sono testimonianza di quanto accadde.
"Domanda per la concessione in esclusiva di terreno comunale per la realizzazione di impianti di sports invernali"
Gli inizi favorevoli - 1975
Gli inizi erano promettenti, la domanda di concessione dei terreni ebbe esito positivo, venne accordato l'impianto e pista Sayonara ma ebbe parere negativo la pista Sebastian, per non intaccare il paesaggio. Oggi si nota la lungimiranza dei sambastianoti, l'area poteva essere sviluppata con decenni di anticipo.
"Parere favorevole pista e impianto Sayonara"
"Parere contrario pista e impianto Sebastian"
Dopo aver ricevuto i pareri favorevoli da parte della PAT, Ezio depositava la richiesta per procedere alla costruzione dell'impianto e della pista da sci, era la fine del 1975 e tutto pareva procedere come previsto
Tutto procedeva bene - 1976
Nel mese di maggio avveniva un ulteriore approvazione da parte della PAT con modifica sulla zona di arrivo della stazione
A seguito del parere favorevole unanime dato nel consiglio comunale avvenuto il 15 settembre, veniva concesso l'utilizzo dei terreni dove sarebbero sorti impianto e pista da sci. Si fa notare l'assenza in consiglio di Remo Cappelletti che, da presidente della Carosello Ski, andrà a realizzare trent'anni più tardi, la seggiovia Ortesino tutt'oggi in funzione.
D'improvviso i primi problemi - 1976
La fitta corrispondenza continuava ed il consiglio comunale aveva deliberato all'unanimità la concessione dei terreni ma, tutto d'un tratto, uno stop improvviso. Era il dicembre del 1976. Nostro nonno, caparbio, scrisse una lettera alla PAT cercando di spiegare le motivazioni e le possibilità di sviluppo dell'area a favore "dell'oltresommo", di cui era natio e sottolineando il tergiversare, a suo vedere forse in malafede, delle istituzioni.
La frustrazione diventa evidente - 1977
Una lettera del 25 gennaio 1977 comunica che non verrà rilasciata l'autorizzazione nonostante i pareri positivi precedentiUna seguente raccomandata del 27 gennaio 1977, mostra come a quanto pare sia i progetti presentati che la domanda di concessione fossero spariti.
L'assessore incaricato scrive ad Ezio che vorrebbe "appurare dove siano finiti i progetti e la domanda di concessione".
Il latitare delle autorizzazioni cominciava ad infastidire i "sambastianoti" che, con capofila Ezio, continuavano incessanti a chiedere spiegazioni per il dietro-front improvviso. E' evidente che le motivazioni fossero vaghe, per altro la zona aveva già all'interno una discarica di inerti.
Una lettera infuocata scritta da nostro nonno e firmata da molti altri paesani di S. Sebastiano, alza il tiro chiamando in causa direttamente chi avrebbe creato questo ostruzionismo. Palese ormai che il diniego avesse interessi politici e personali celati dietro un turbamento paesaggistico improbabile.
Aver avviato uno scontro diretto tra sambastianoti e folgaraiti non aiutò, anzi probabilmente peggiorò la situazione tanto che qualunque ulteriore richiesta venne negata.
Alcuni avanzarono i sospetti che fossero dei prestanome di imprenditori milanesi, voci talmente insistenti che dovettero esser smentire per iscritto con una missiva al comune.
Nostro nonno Ezio continuò imperterrito con i ricorsi, ottenendo sempre esiti negativi.
Un ulteriore diniego in maggio sempre del 1977
Infine il 21 settembre viene comunicato e allegato in copia, l'estratto del processo verbale della giunta camerale tenutasi il 29 agosto 1977 dove motivano il rifiuto per motivi idrogeologici.
La fine
Questa vicenda, sconosciuta ai più, fa riflettere su come gli interessi personali possano frapporsi al bene collettivo, persino di un'intera frazione. Quando si parla di comunità, termine spesso abusato, lo si fa nelle occasioni pubbliche per sensibilizzare la popolazione ad un'unione che spesso non si concretizza. Molti progetti, anche lungimiranti, sono negati anche ai giorni nostri a favore di proposte remunerative per pochi individui. Alcune persone illuminate, come il rag. Alberto Rella, che assieme ad altri hanno portato "turisticamente" Folgaria ad essere quella che è stata, hanno lasciato un'eredità che purtroppo non sembra esser stata raccolta con lo stesso stimolo e coscienza.
Le sfide future per questo territorio, sono e saranno ancor di più la tutela dell'ambiente, del lavoro e della dignità di chi ci risiede e che, da molte generazioni, lo ha fatto prosperare e migliorare evitando di svenderlo per un profitto immediato.
A parer mio, solo così le nuove generazioni saranno stimolate a intraprendere nuove attività sul suolo natio, evitandone lo spopolamento e arricchendolo ulteriormente.